L’assegno unico per i figli è legge: dai beneficiari agli importi, come funziona

L’assegno unico e universale diventa legge con il via libera del Senato che ha approvato oggi in via definitiva il disegno di legge delega che lo istituisce. Il disco verde sul testo già approvato dalla Camera il 21 luglio 2020, è arrivato sostanzialmente all’unanimità con 227 sì, nessun voto contrario e 4 astenuti. Si tratta di un provvedimento che fa parte del Family Act e consiste, a partire da luglio, in una quota media mensile di circa 250 euro che verrà data a ciascun figlio, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età (se studente o disoccupato). «Confermo a nome del governo – ha detto la ministra della Famiglia Elena Bonetti – l’impegno di dare seguito alla delega attuando l’assegno entro il termine del primo di luglio come previsto». Ecco il dettaglio del provvedimento. La delega prevede un credito d’imposta o assegno mensile che, a partire da luglio 2021, andrà a tutte le famiglie, compresi incapienti e partite Iva, adesso esclusi da gran parte dei sostegni per i figli. L’assegno unico si chiama così perché sostituisce e unifica una serie di misure indirizzate finora alle famiglie: dagli assegni familiari, alle detrazioni per i figli a carico, dal bonus bebè agli sgravi per le famiglie numerose. Perché diventi operativo manca il tassello dei decreti delegati: la ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Elena Bonetti ha assicurato che saranno emanati in tempo per l’attivazione dell’assegno dal 1° luglio di quest’anno. L’introduzione dell’assegno unico prevede il graduale superamento o soppressione di misure vigenti come il bonus bebè, il premio alla nascita o all’adozione, il Fondo di sostegno alla natalità, le detrazioni Irpef per i figli a carico, gli assegni per il nucleo familiare; i risparmi derivanti da questa revisione sono parte della copertura. L’ assegno sarà universale in quanto arriverà a tutte le famiglie. Verrà erogato mensilmente per ciascun figlio, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età. Ma l’assegno sarà anche progressivo. Le famiglie meno abbienti riceveranno di più e le più ricche avranno solo una quota base. L’importo sarà modulato in base all’Isee della famiglia e alla sua numerosità. Sarà perciò maggiorato a partire dal terzo figlio. Inoltre l’assegno sarà maggiorato – secondo un’aliquota non inferiore al 30% e non superiore al 50%, per ciascun figlio con disabilità, rispettivamente minorenne o maggiorenne e di età inferiore a ventuno anni, con importo della maggiorazione graduato secondo le classificazioni della condizione di disabilità. La natura dei requisiti richiesti non consente di prestabilire ex ante una quantificazione della misura prevista. Ma l’obiettivo, indicato dal premier Mario Draghi, è un importo medio di circa 250 euro al mese a figlio a partire da luglio 2021. L’ammontare verrà definito nell’ambito delle risorse disponibili. L’importo dell’assegno è maggiorato dal terzo figlio in poi e senza limiti d’età per i figli disabili. Ai figli maggiorenni a carico è riconosciuto un assegno mensile di importo inferiore a quello per i minorenni, fino al compimento del ventunesimo anno di età. L’assegno è concesso solo nel caso in cui il figlio maggiorenne frequenti un percorso di formazione scolastica o professionale, un corso di laurea, svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa limitata con reddito complessivo inferiore a un determinato importo annuale, sia registrato come disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro o svolga il servizio civile universale. Una norma transitoria, preannunciata dalla Famiglia Elena Bonetti, ministra consentirà di non perdere il beneficio dell’assegno anche alle famiglie che hanno detrazioni fiscali per figli di oltre 21 anni. Queste ultime saranno   confermate. Con l’ultima legge di bilancio il Governo ha rifinanziato il «Fondo assegno universale e servizi alla famiglia» con tre miliardi di euro per l’anno 2021 e 5 miliardi per il 2022. Le ulteriori risorse per garantire gli annunciati 250 euro al figlio per ogni mese saranno recuperate dalle misure di sostegno alla famiglia oggi in vigore (assegni al nucleo, bonus bebè, l’assegno dal terzo figlio in poi, il fondo natalità, ecc.) e che potranno essere ulteriormente individuate dal Governo nel corso dell’esercizio della delega. In alternativa i partiti di maggioranza sono già pronti a giocarsi la carta di nuovo debito.

L’assegno è compatibile con la fruizione del reddito di cittadinanza ed è corrisposto congiuntamente ad esso. Nella determinazione dell’ammontare complessivo si tiene eventualmente conto della quota del beneficio economico del reddito di cittadinanza attribuibile ai componenti di minore età presenti nel nucleo familiare.

ultima modifica: 2021-03-30T16:34:00+02:00 da siale

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